VITERBO – L’arma dei Carabinieri, la sua storia e la sua operatività direttamente dalla voce del generale Tullio Del Sette, Capo di Stato Maggiore con incarichi speciali e Comandante generale: un nuovo interessante Caminetto del Rotary club Viterbo, voluto dal socio Lorenzo Grani.
Nell’elegante sala eventi del ristorante Le onde, il presidente Angelo Landi ha accolto i soci e due prestigiosi ospiti, il generale protagonista della serata e il comandante provinciale di Viterbo colonnello Massimo Friano, con queste parole: “Ci riuniamo per testimoniare la fiducia che riponiamo nell’arma dei Carabinieri, rifugio e conforto nei momenti più difficili, insieme alle altre forze dell’ordine, che, con il loro lavoro, garantiscono la nostra serenità, facendoci vivere bene”.
Un ritorno, come spiegato da Lorenzo Grani, che aveva già invitato il generale nell’anno della sua presidenza di club, forte della sua amicizia nata sui banchi di scuola liceali: “Era già il migliore e lo ha dimostrato in ogni suo impegno fino ad oggi”.
Una bravura sottolineata anche dal colonnello Friano: “Emozionante parlare alla presenza del mio comandante generale, con cui ho lavorato per 8 anni, da maggiore e tenente colonnello, ricevendo da lui l’incarico del delicato compito della gestione dell’assorbimento dei forestali nell’Arma. Un’esperienza straordinaria, lo ringrazio per quello che lui mi ha lasciato e dato, ogni giorno ricordo ai nostri carabinieri un suo messaggio: essere accoglienti e prendersi cura dei cittadini che ci vengono affidati”.
Il generale Del Sette ha provato a trasmettere i suoi 48 anni nell’Arma, figlio di carabiniere andato in pensione nel 1960, che chiuse la sua carriera a Graffignano. “Non mi sono mai dimenticato delle origini, anche della scuola a Viterbo condivisa con Lorenzo”. Il generale ha presentato un excursus storico, partendo dall’istituzione dei Carabinieri reali sotto i Savoia, su ispirazione della gendarmeria francese, per poi trasformarsi dopo l’unità d’Italia, creata per dare ordine ispirandosi alla gendarmeria francese, a infine corpo militare e di polizia dello Stato Repubblicano. “Sempre laicamente fedeli alla nostra missione, come dice il nostro motto ‘Nei secoli fedele’ invenzione del capitano Fusi, diventato istituzionale dal 1932, oggi con una forza di quasi 120 mila unità, tutti di grande competenza, anche all’estero”.
Un racconto che si è addentrato anche nelle tante sezioni, come ad esempio i Ros, Nas e Ris, diventati ormai familiari, fino ai dettagli degli arresti famosi di Totò Riina e Matteo Messina Denaro.
C’è spazio anche per il ricordo di Mario Moscatelli, socio e cittadino illustre, recentemente scomparso, con cui il generale Del Sette collaborò a Torino, uno prefetto, l’altro comandante, vivendo insieme l’esposizione della Sindone del 1998 e del 2000. “Mario era una personalità assoluta, un riferimento per le autorità e gli enti torinesi perché ha sempre gestito ottimamente la soluzione di problemi. Uno tra tanti l’incendio della cappella del Guarini che ospitava la Sacra Reliquia: non ero presente ancora in quell’anno, ma tutti sanno che fu tra i primi a giungere sul posto, essendo vicinissimo alla Prefettura, e prese tutte le decisioni giuste che furono necessarie per salvare la Sindone. Anche in sua memoria ho accettato questo appuntamento”.
Un racconto che ha davvero incantato i soci, presenti anche i ragazzi del Rotaract, che hanno ricordato la raccolta fondi natalizia che si concretizzerà al consueto incontro con i bambini della Pediatria di Belcolle, e il Club Passport.