La Sala Regia di Palazzo dei Priori, con la sua bellezza storica, che ha incantato il docente ed europarlamentare Antonio Maria Rinaldi, scenario perfetto per raccontare l’importanza del Made in Italy e soprattutto la sua difesa, nel convegno “Sostenibilità integrata e impatto sociale: un’opportunità per il Made in Italy”, organizzato da Federitaly, con il patrocino del Comune di Viterbo, il Rotary Club e la Camera civile di Viterbo.
Un’attenta platea, dove erano presenti numerosi rotariani, tanti amici di altri service, come Fidapa e Inner Wheel e numerose aziende del territorio, ha ascoltato i relatori su argomenti di grande attualità, quali sostenibilità, economia circolare e difesa del marchio Italia.
Il moderatore, l’avvocato Stefano Bianchini, ha aperto i lavori ricordando l’agenda 2030 che va letta come sfida, nella doppia visione di ostacolo da superare con dispendio di risorse o quale opportunità che coglie chi si prepara per tempo. Presente il sindaco Chiara Frontini che ha fatto gli onori di casa, ricordando la validità dei concetti trattati.
Ad un anno dall’avvio di Federitaly il segretario nazionale Lamberto Scorzino, presidente Rotary club Viterbo, ha ricordato i successi, l’accredito ai tavoli di Palazzo Chigi e Bruxelles, le numerosi sedi per l’Italia che coinvolgono centinaia di professionisti: “Oggi parliamo di sostenibilità e come rotariano ogni giorno vedo progetti sull’argomento, perché se vogliamo qualcosa di diverso dobbiamo tutti iniziare a fare qualcosa di diverso”.
Gianni Gruttadauria ha ricordato l’importanza degli investimenti sul capitale umano, ancora molto carente: “Le piccole aziende hanno difficoltà a sottrarre risorse alla produzione ma nel lungo tempo la formazione è premiante, ed è qui che entra in gioco il fondo FonARCom che supporta negli investimenti a costo zero”.
Competitività nell’export l’argomento affrontato da Enrica Maggi, Will Desk, che collegandosi online ha ricordato “La salvaguardia della nostra terra è un dovere per lasciare un mondo migliore alle generazioni future. L’Austria è vicina alle aziende che investono in sostenibilità, un’azienda italiana sostenibile avrà sempre porte aperte”. Per farsi trovare pronti alla sfida i professionisti italiani sono a disposizione, come ha ricordato Simone Germani, Presidente Unione Tributaristi Italiani, che ha fatto un appello: “Serve aiuto dalla politica, per dare seguito ai nostri propositi”.
La politica, appunto, che può e deve difendere i prodotti italiani, come sottolineato da Antonio Maria Rinaldi: “Il Made in Italy rappresenta uno stile di vita, famoso nel mondo. Cultura, arte e storia, in ogni prodotto c’è| dentro questo: rispetto ad altri che si fermano al valore economico, noi abbiamo radici. Purtroppo non esiste un quadro normativo che tuteli il ‘made in’, cosa che esclude un metodo sanzionatorio per chi contravviene. E’ il sound-ing stesso del made in Italy, la bandierina tricolore sulla confezione che porta vantaggio, e la contraffazione va discapito non solo economico soprattutto di immagine e credibilità”.
Rinaldi ha spiegato che nessun Paese europeo, oltre al nostro, ha vantaggio nell’insistere sul “made in”, perché quasi nessun potrebbe marchiare un prodotto realizzato attraverso la delocalizzazione in tanti diversi luoghi, contrariamente all’Italia, che ne può fare un vanto. “La soluzione che propongono – ha proseguito – sarebbe in Made in Europe ma io sarò pronto a fare le barricate per difendere la nostra tipicità”. Ed è pronto ad una nuova battaglia contro il Nutriscore, tanto amato da Hercberg, che prevede un sistema a semaforo da apporre sui cibi, evidenziandone la pericolosità, basandosi sul parametro fisso di grammi, come se si potesse mangiare la stessa quantità di pasta o di olio extra vergine d’oliva. “C’è un errore di base – conclude l’economista – che si aggiunge alla mancata distinzione tra prodotti elaborati artificialmente e quelli naturali, per gran parti nostri. Ora vuole aggiungere anche il colore nero sul vino, cosa che gli creerà molti problemi con i suoi concittadini francesi. Lo aspetto al parlamento Europeo. dove la prossima settimana presenterò interrogazione parlamentare per tutelare il mio Paese, spero che altri si aggreghino per la sopravvivenza del made in Italy”.
La sostenibilità dal punto di vita legale è stata approfondita da Rosita Ponticiello, Presidente Camera Civile di Viterbo, coordinatrice Ufficio Legislativo Federitaly e Lucia Baldoni, componente della Giunta Unione Nazionale Camere Civili, L’agenda 2030 al centro degli interventi in difesa di famiglie e soggetti deboli, come ha ricordato l’avv. Ponticiello: “Le aziende hanno capito che la sostenibilità è business, chi guarda solo al profitto è fuori mercato, perché le altre sono un passo in avanti, rispettando quello che vuole il consumatore consapevole: la sostenibilità integrata e l’economia circolare posizionano l’azienda sul mercato con una buona credibilità”, mentre l’avv. Baldoni ha ricordato che è il momento di voltare pagina e vedere il tessuto aziendale come opportunità, perché nell’immediato futuro saranno richieste certificazioni di sostenibilità,
Collegato online, Gaetano Borgosano, esperto in Europrogettazione e Fondi EU, ha ricordato le nuove opportunità in agricoltura con la Pac dal 2023 e gli interventi su pannelli energetici.
In chiusura le testimonianze dal mondo del lavoro, attraverso due imprenditrici donne, Andreina Pasquali, Bio Helix Tuscia, e Alessandra Nicolai, A1980, che hanno visto nell’agricoltura un’occasione di sviluppo sostenibile, la prima nel campo dell’allevamento elicicolo, con le chiocciole allevate all’aperto e l’estrazione della bava di lumaca senza sottoporle a stress, ma con l’estasi di una sorta di spa dedicata, la seconda con il proseguimento dell’esperienza biologica avviata dal padre nel settore olivicolo già 30 anni fa e proseguita con trattamenti naturali, perché tutti devono fare qualcosa sulla sostenibilità.
A raccogliere le idee di questo interessante convegno è stato Carlo Verdone, Presidente Federitaly e Segretario Nazionale A.N.C.IMP. che ha ringraziato il sindaco per l’accoglienza e Scorzino per il lavoro fatto in questo anno, portando Federitaly ad avere sedi regionali, provinciali e venti estere, coinvolgendo più di mille aziende, tra cui il prezioso Consorzio orafo di Valenza, e tantissimi professionisti. “Siamo diventati un interlocutore istituzionale interessante per tutelare il made in Italy nel mondo – ha concluso – che va difeso a tutti i livelli. Abbiamo scelto la sostenibilità come evoluzione sociale per elevare il sistema economico al profitto consapevole, serve collaborazione con le imprese, grazie alla loro esperienza possiamo portare i dati raccolti nei luoghi dove si prendono le decisioni”.